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40

alveari per contribuire all'impollinazione naturale

21

i minuti di strada dalla discarica

100%

dell’acqua consumata dall’hotel viene riciclata, depurata e riutilizzata

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La sfida

Nel cuore enogastronomico del Piemonte, le Langhe, sorgevano due edifici incompiuti degli anni 2000, da tempo abbandonati. La nuova proprietà, l’americana Krause Group, ha acquistato il complesso e il terreno circostante con l’obiettivo di riqualificare l’area secondo i più alti valori ambientali, affidando il progetto architettonico e degli interni al team italiano GaS Studio e Parisotto + Formenton Architetti, ad Arcadis Italia tutto il coordinamento e il cost & project management e a Malabaila & Arduino Costruzioni il cantiere.

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    La posizione, fra le colline Patrimonio dell’UNESCO delle Langhe, richiedeva un’attenta pianificazione dei lavori, nel rispetto della natura, del territorio e delle tradizioni locali. Il team di lavoro ha sviluppato un progetto che fin dai primi aspetti della ristrutturazione sapesse valorizzare il contesto ambientale e culturale, anche scegliendo produttori e impresari locali.

La soluzione

Invece di demolire le strutture già presenti, si è scelto di ristrutturarle per dare vita ad un resort a ferro di cavallo e a una Villa Agreste, adibita a spazio per eventi privati. I lavori sono stati eseguiti assecondando le ombreggiature e i materiali naturali, nella totale armonia con la natura circostante e nella piena tutela del territorio, della fauna e della flora che lo abitano.

Affacciato su oltre 40 ettari coltivati a vigneti sui pendii di dolci colline, sorge ora un boutique hotel dotato di 39 camere e suite, che unisce design ispirato alla tradizione piemontese con progettazione sostenibile e un’offerta di lusso autentico.

L'impatto

Casa di Langa è un resort di lusso che integra la sostenibilità in tutti i dettagli. La Pietra di Luserna, la terracotta riciclabile al 100%, gli intonaci a base di terra cruda sono solo alcune delle scelte fatte per gli interni, tutti materiali di alta qualità che provengono dalle vicinanze e consentono da un lato la riduzione delle emissioni legate al trasporto e dall’altro un impatto positivo sull’economia locale.

Il progetto non si esaurisce con la parte edificata del resort ma prosegue tra le colline patrimonio dell’umanità, facendosi carico del rimboschimento della proprietà con alberi e piante autoctoni: i vigneti e i frutteti sono quelli tipici della zona, come i noccioleti, a salvaguardia dei prodotti locali e nel totale rispetto del verde. Le nuove piantumazioni seguono la filosofia del luogo; son stati sistemati percorsi di trekking sfruttando le vie esistenti e già utilizzate dai vignaioli tra i vigneti.

Tutte le scelte applicate sposano i principi della circolarità: ne è un esempio l’introduzione di 40 alveari per contribuire all'impollinazione naturale e per la produzione di miele da impiegare all’interno della struttura ricettiva. Pur riutilizzando buona parte delle strutture e dei materiali già presenti in loco, per lo smaltimento degli scarti si è optato per siti limitrofi, di cui il più vicino a solo 21 minuti di distanza.

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    Fin dalla progettazione si è pensato ad una riduzione dei consumi, in primis energetici. Il complesso ha ora un mix di soluzioni che forniscono energia verde, anche nel riscaldamento e raffrescamento della villa e della piscina. La lotta allo spreco passa anche per il sistema idrico. L’acqua consumata all'interno del resort viene riciclata, depurata e riutilizzata in tutta la proprietà e nei vigneti per l'irrigazione, insieme all’acqua piovana.

     

    Dulcis in fundo, il ristorante del resort è stato completamente rivisto in funzione delle nuove normative Covid-19, senza dimenticare l’attenzione all’ambiente. I rifiuti della cucina vengono compostati e utilizzati nell'orto biologico per allinearsi ulteriormente con l'approccio km zero e per ridurre al massimo la carbon footprint degli alimenti utilizzati nell’hotel.


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